Scegli dunque la vita!“Prendo oggi a testimoni contro di voi il cielo e la terra: io ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione; scegli dunque la vita, perché viva tu e la tua discendenza” Deuteronomio 30, 19
"Curati ancora prima di ammalarti” Siracide 18, 19 "Io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza" Gv 10, 10 Oggigiorno assistiamo ad un parziale superamento di preconcetti, pregiudizi o stereotipi, che per parecchio tempo hanno bollato talune malattie come imprevedibili ed incurabili, coronamento di un modo di pensare, sia popolare che scientifico, nel quale il caso, la fatalità, l'aleatorietà, la statistica probabilistica sono stati sovente, e lo sono ancora, dominanti luoghi comuni. Questa medievale mentalità è in tutta evidenza obsoleta e superata dalla ricerca e dal progresso scientifico più avanzato di diverse discipline, ma purtroppo essa tarda ad essere accantonata, costringendo ancora gran parte della popolazione mondiale a pensare che ciascuno di noi sia totalmente impotente e schiavo delle leggi della natura, dove tutto pare sia o già scritto ed immodificabile (tanti lo chiamano destino, alcuni determinismo del tipo di Newton o di Laplace) oppure frutto del fato, del caso, di un fantomatico nulla, che dovrebbe essere però in grado di sostenere, non si sa come, in mondo. Il pensiero umano oscilla così tra questi due poli estremi, similmente alla attuale medicina "moderna" dove prevale la duale classificazione degli individui in bianchi o neri, sani o malati, ignorando, consapevolmente oppure no, tutto quanto potrebbe stare nel mezzo. In questi opposti estremismi si nasconde tuttavia quella comune sensazione di "non ci si può far niente", di una impotente schiavitù: quella di essere in prigionia di un destino già tutto scritto e preordinato al quale occorre solo rassegnarsi e sottomettersi, dato che non c'è spazio per modifica o creatività alcuna, oppure quella di essere in totale balia della casualità, del calcolo delle probabilità, del non senso, del nulla. Quanti esempi si potrebbero fare, infatti, di umane reazioni dinanzi alla notizia riguardo a se stessi, a un familiare o ad un amico appena colpito da un infarto o da un tumore!! Sarebbe forse il caso per ciascuno di fermarsi un attimo, fare un po' di silenzio e chiedere seriamente a se stesso: sono nato libero o schiavo? E, se sono nato libero, sono poi diventato schiavo di qualcuno o di qualcosa? Se pensassi che non esista il libero arbitrio, allora sarebbe meglio non proseguire nella lettura. Se invece pensassi di essere nato libero, o quantomeno di aver ricevuto il dono del libero arbitrio, allora sarei in qualche modo cosciente che nel corso della mia esistenza posso fare liberamente, senza condizionamenti, delle scelte, contribuire a dei cambiamenti: c'è dello spazio per la creatività. Ad esempio, posso scegliere tra la vita e la morte, tra il bene ed il male, e nelle mie scelte posso conformarmi al pensiero comune del "così fan tutti", "così va il mondo", oppure oppure oppure.... Gravi patologie come il cancro sono epidemie in continuo aumento che colpiscono senza distinzioni di età o di ricchezza. Circa il 47% dei nuovi casi di cancro e il 55% delle morti legate a patologie oncologiche avvengono nelle regioni meno sviluppate, e si stima che il numero di casi aumenterà dell'81% entro il 2030. Nel mondo, i tumori uccidono oggi più persone dell'Aids, della tubercolosi e della malaria messe insieme, e il problema è particolarmente drammatico nei paesi più poveri, dove la popolazione non ha accesso agli standard di cura dei paesi più sviluppati. In un articolo intitolato “Cancro, la fatalità e la prevenzione” del fisico Rodolfo Guzzi, che commenta un recente paper di Tomsetti e Vogelstein apparso su Science (Tomasetti, C, Bert Vogelstein B. Variation in cancer risk among tissues can be explained by the number of stem cell divisions. Science 02 Jan 2015: Vol. 347, Issue 6217, pp. 78-81 DOI: 10.1126/science.1260825.) ad un certo punto si legge: “In realtà la chiave di lettura dell’articolo di Science sta in un articolo antecedente di Tomasetti e Vogelstein che indicano come la maggior parte delle malattie tumorali stanno attorno ai 60-70 anni, ma che si sviluppano ben prima di quel periodo. Segno che per prevenire i tumori è necessario trovare degli strumenti di diagnosi precoce piuttosto che affidarsi alla fatalità”.Del resto, concetti come “pre-cancer” o “pre-diabetes” (basta chiedere a Medline) fanno parte ormai del linguaggio comune di quegli articoli scientifici che esplorano gli stadi pre-clinici di queste gravi patologie, a conferma del fatto che esse non appaiono all’improvviso, dal nulla, ma c’è un processo pre-clinico anche di lunga durata (parecchi anni o decenni), silente ed asintomatico, ancora oggi impossibile da osservare per la diagnostica strumentale e di laboratorio, che precede l’insorgenza della patologia clinica.Noi sappiamo che la Semeiotica Biofisica Quantistica (SBQ) è già in grado di effettuare straordinarie diagnosi più che precoci, addirittura fin dalla nascita, tali infine da permettere un’efficace prevenzione pre-primaria (secondo la Manuel Story) e primaria delle più gravi patologie degenerative, come ogni forma di cancro solido e liquido, ma procediamo con ordine. La prima volta che parlai in pubblico di SBQ fu nel settembre 2010 in occasione di un workshop tenutosi presso l’Università di Pavia, nella bellissima aula dedicata ad Alessandro Volta, che lì vi insegnò e dove si conserva una versione del suo busto marmoreo. Ad un certo punto citai il fisico David Bohm che disse: “With the emergence of chaos theory, it has become clear that it is possible to go in other directions, and treat statistical laws as emerging from causal laws.” Ovvero “con l’emergenza della teoria del caos è diventato chiaro che è possibile andare in altre direzioni, e trattare leggi statistiche come emergenti da leggi causali”. Comprendere questa affermazione profetica non è semplice se non si ha una buona conoscenza della matematica applicata ai sistemi non lineari con dinamiche complesse e dei lavori pubblicati dallo scienziato statunitense. A questo proposito, per la comprensione dei non addetti ai lavori, può essere di aiuto quest’intervista rilasciata recentemente dal dottor Sergio Stagnaro: “Dr. Stagnaro, negli ultimi tempi ci sono state parecchie campagne di prevenzione e diverse pubblicazioni editoriali che sostengono l’idea che il cancro si previene a tavola: Lei cosa ne pensa?” “Suggerisco già da parecchi decenni ai miei pazienti la dieta Mediterranea modificata, associata ad un sano esercizio fisico quotidiano personalizzato, per cui condivido i recenti consigli che finalmente si conformano al mio pensiero, ma attenzione: tutto questo non è sufficiente!” “Cosa intende dire? Non è sufficiente una buona dieta per prevenire, ad esempio, il cancro?” Pensi a quante persone si ammalano comunque di cancro, di diabete o muoiono d’infarto pur seguendo un’adeguata dieta Mediterranea, praticando sport, non fumando e non bevendo alcuna bevanda alcoolica!“ “Uno stile sano di vita riduce comunque il rischio..” “Ha detto bene: riduce il rischio, ma non lo elimina. Nella medicina moderna si dà ancora troppa importanza al fenotipo e poca attenzione al genotipo, ossia alle cause prime, genetiche, delle patologie che hanno questa natura. I miei sessant’anni di studi, ricerche, evidenze cliniche e sperimentali, mi consentono di sostenere con forza che le cause delle patologie degenerative di natura mitocondriale, come ogni forma di cancro solido e liquido, il diabete mellito tipo 2, molte patologie cardiovascolari e neurodegenerative vanno ricercate nelle alterazioni o disfunzioni del DNA mitocondriale, com'è "dimostrato" in molti lavori. Purtroppo solitamente si parla genericamente del DNA, riferendosi al solo DNA nucleare, ignorando od omettendo il fatto che esistono due DNA: quello nucleare e quello mitocondriale. Sulla base di ciò, è possibile una vera ed efficace prevenzione primaria e pre-primaria, perché fin dalla nascita ad ogni individuo è possibile diagnosticare, grazie alla SBQ, le sue costituzioni o terreni, ovvero a quale, o quali gravi, patologie è predisposto, adottando, a partire dalla nascita, le conseguenti contromisure.” “Ed i fattori di rischio ambientali?” “Ci sono oltre 300 fattori di rischio ambientali per la le patologie cardiovascolari e per il cancro, ma essi sono semplici spettatori, se in un soggetto non c’è la predisposizione alle patologie cardiovascolari e/o al cancro, ossia la relativa costituzione, che nel caso del cancro ho definito come Terreno Oncologico.” “Semplici spettatori?” “Sì, i fattori di rischio ambientali o acquisiti sono innocenti spettatori per quanto riguarda, per esempio, il tumore della mammella, se una donna non ha il Terreno Oncologico ed il Reale Rischio Congenito di cancro al seno. Le consiglierei naturalmente di seguire comunque un sano stile di vita, come quello sopra accennato, che è sempre una buona norma da rispettare. Se invece ad un mio paziente diagnosticassi la presenza del Terreno Oncologico, allora le cose cambierebbero: i fattori di rischio ambientali non sarebbero più dei semplici spettatori, ma potrebbero esercitare un ruolo attivo favorendo, accelerando e aggravando l’insorgenza del cancro. Essi favoriscono, ma non causano il cancro e altre gravi patologie! Ciò spiega il perché ci sono delle persone che conducono uno stile di vita esemplare, immune da vizi di alcool e fumo, con alimentazione sana, buon esercizio fisico e vivendo spesso all’aria aperta in ambiente non inquinato, eppure si ammalano di tumore se il Reale Rischio Congenito di cancro, dipendente dal Terreno Oncologico, è intenso! Al contrario ci sono persone che seguono uno stile di vita molto meno sano, ad esempio fumando fino a tarda età, tuttavia non conoscono il cancro.” |
SBQ Magazine
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