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Il succo di noni (morinda citrifolia) e la prevenzione primaria e pre-primaria SBQ

Immagineil fruto del morinda citrifolia (noni)


Il nome latino del genere, Morinda, deriva dalla fusione delle due parole Morus (Gelso) e India. L'epiteto specifico, citrifolia, allude alle foglie, che hanno una certa somiglianza con quelle del limone (citrus). l nome comune più usato, noni, è invece di origine polinesiana. Morinda citrifolia è originaria del sud-est asiatico, tropicale e temperato-caldo, dall'India fino a Taiwan e all’Australia settentrionale, ma prospera in tutto il mondo in un’ampia varietà di ecosistemi tropicali e temperato-caldi con temperatura media annua tra i 20 °C e i 35 °C. Il noni si adatta e può essere coltivato su tutti i tipi di suoli, acidi, neutri o alcalini, e resiste anche a elevate concentrazioni saline, esposizioni soleggiate e in ombra e climi aridi o umidi. Oggi il Noni è presente in tutta la fascia tropicale: Caraibi, Polinesia, Africa, fascia tropicale delle Americhe. ll più antico e massimo centro di coltivazione è la Polinesia, in particolare Thaiti, dove le piante del Noni, che hanno una storia bimillenaria, pare trovino il loro habitat ideale, grazie al suolo vulcanico di antica origine con un basso contenuto di metalli pesanti e alla totale assenza di inquinamento.

Il noni è un piccolo albero sempreverde, con altezza di solito compresa tra 3 e 6 m (eccezionalmente fino a 10). Le foglie sono ellittiche o ovate e piuttosto grandi (da 20 a 45 cm) (vedi photogallery).


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fiori e frutti del noni e diversi gradi di maturazione
I fiori sono "perfetti", contengono cioè sia l’apparato maschile (polline) che femminile (ovario). Essi sono forniti di 5 petali (anche 6) e sono riuniti in infiorescenze globose. Quando i fiori appassiscono e cadono, lasciano sulla massa sottostante delle cicatrici chiamate "occhi", circondate da una marcatura pentagonale o esagonale (a seconda di quanti petali aveva il fiore). Ciò che viene chiamato frutto è in realtà un sincarpo, cioè la fusione di molti piccoli frutti in un'unica massa (come accade per le more di gelso). I frutti del Noni nascono sullo stesso ramo in tempi successivi per cui si possono avere dei frutti maturi, frutti acerbi, frutti in fiore e boccioli che daranno origine a nuovi frutti. Il Noni è una delle poche piante che produce fiori in presenza del frutto e produce frutti in tutti i mesi dell'anno.

Il frutto del Noni, attraverso le sue fasi di maturazione, assume un colore verdastro che man mano tende al giallo per diventare giallo biancastro e traslucido nella piena maturazione. Quando è maturo, è lungo 5–10 cm, è tenero ed esala un odore sgradevole, che richiama alla mente l’odore del formaggio maturo.

Tradizionalmente nelle culture hawaiane e polinesiane la pianta era considerata sacra e veniva venerata perché fonte di vita. I guaritori indigeni kahuna, che utilizzavano erbe e piante autoctone, la chiamavano “albero della vita”, “pianta che uccide il dolore” e anche “albero del mal di testa”. Questa antica conoscenza è stata parzialmente recuperata e ripresa in erboristeria, dove tutte le parti del Noni (corteccia, radici, foglie, fiori e frutti) sono utilizzate per le loro proprietà medicinali.

Le proprietà attribuite al Noni sono simili a quelle attribuite, nell'erboristeria tradizionale cinese, alla congenere Morinda officinalis. Oggi la ricerca farmacologica ha riconosciuto la presenza nel Noni di principi attivi, tra cui la xeronina e/o la proxeronina,  ma le asserite proprietà medicinali del Noni, che coprono molte e diversificate patologie, sono tuttora oggetto di verifica.

Secondo alcuni, il succo di Noni sarebbe in grado di stimolare il sistema immunitario, grazie alla presenza dell'acido deacetilasperulosidico, che è spesso compromesso da un'alimentazione squilibrata e dalle negative ricadute dello stress, ed è la causa originale di moltissime malattie; e favorirebbe inoltre la produzione di melatonina e serotonina. Il succo avrebbe anche altri effetti benefici, contenendo, in forma non concentrata, la maggior parte dei principi officinali presenti nel frutto.

Tradizionalmente i guaritori indigeni della Polinesia preparavano un succo utilizzando i frutti maturi che venivano lasciati fermentare al sole per lunghi periodi. Ancora oggi si segue questa procedura.

Nella pianta di Morinda citrifolia sono stati già identificati circa 160 composti nutriceutici e ognuno di questi elementi concorre a svolgere una particolare azione nel nostro organismo. 
In particolare, il Noni è un frutto ricco di costituenti ad alto valore nutritivo. Il succo, che ne deriva, è caratterizzato da un'ampia quantità di sostanze metabolicamente attive come: vitamine (vit. A, vit. B3, vit. C), minerali (magnesio, ferro, zolfo, potassio, selenio, zinco, calcio, sodio, rame), enzimi, aminoacidi, oligoelementi, polisaccaridi, alcaloidi (xeronina, pro-xeronina, damnacantale), cumarine (scopoletina), terpeni (eugenolo, beta-carotene, acido ursolico), antiossidanti, polisaccaridi (acido glucuronico, arabinosio, galattosio), neurotrasmettitori (serotonina) e bioflavonoidi. 


Tra i vari effetti finora attribuiti al noni ricordiamo le sue proprietà antibatteriche, analgesiche, anticongestionanti, antiossidanti, immunostimolante, antiinfiammatorie, antimicrobiche, antitumorali,  ipotensive, neurotrofiche, lassative, toniche, ricostituenti, energetiche, disintossicanti (es. fumo), emollienti, di equilibratore dell’umore, di purificatore del sangue.

SBQ Magazine
 6 - 2015

Immagineil noni si applica a diverse patologie di natura mitocondriale


Sono stati riscontrati sensibili miglioramenti, in seguito all’assunzione del succo di noni, con relazione alle seguenti problematiche: astenia, debolezza, mancanza di energia, problemi di digestione, problemi di concentrazione, problemi di sessualità, dolori, ipertensione, allergie, diabete tipo 1 e tipo 2, problemi di cuore, artrite, problemi respiratori, depressione, difficoltà nell’attenzione e nella capacità di reagire, obesità, insonnia, stress, difficoltà nello sviluppo dei muscoli, cancro, problemi renali, ictus, malattie auto-immuni, infezioni (es. herpes, epatite), degenerazione dei tessuti (es. fibrosi dell’utero, arteriosclerosi, diverticolite), diminuzione della secrezione della membrana mucosa (es. congiuntivite, asma, bronchite), diminuzione dell’alta produzione di acido gastrico (es. ulcera duodenale, gastrite, riflusso di acido gastrico nell’esofago).

 
Se entriamo nel motore di ricerca di PubMed Medline, e digitiamo le parole “morinda citrifolia”, possiamo trovare 465 pubblicazioni (dato aggiornato al 21 giugno 2015). Affinando la ricerca possiamo trovare pubblicazioni relative a singole patologie in relazione all’assunzione del noni: cancro (53 articoli), osteoporosi (5),  diabete (22), patologie cardiovascolari (8), aterosclerosi (3), ipertensione (8), gotta (1), artrosi (1), dislipidemia (3),  patologie cerebrali (10).

Questo approfondimento dell’uso del morinda citrifolia ricorda l’albero dell’ICAEM (vedi fotto), l’Istangiopatia Congenita Acidosica Enzimo-Metabolica, la citopatia funzionale mitocondriale, che è causa e origine, secondo la Semeiotica Biofisica Quantistica, dei diversi terreni o costituzioni SBQ (terreno oncologico, osteoporotico, diabetico, dislipidemico, litiasico, arteriosclerotico, reumatico, ipertensivo, ecc.).

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L'albero dell'ICAEM
Se l’ICAEM è la base fisiopatologica della SBQ che guarda con fondamentale attenzione alle disfunzioni mitocondriali o alterazioni genetiche del mit-DNA come cause prime delle patologie degenerative di natura mitocondriale, è singolare il fatto che il succo di noni abbia una così variegata applicazione in diverse patologie apparentemente differenti e indipendenti una dall’altra, come quelle appena sopra-menzionate, ma legate dal filo sottile – chiamato ICAEM - che le accomuna se le guardiamo con l’occhio della microangiologia clinica secondo l’impostazione della Semeiotica Biofisica Quantistica.

Questa osservazione non è sufficiente a spiegare i legami possibili tra il succo di noni e la prevenzione primaria e pre-primaria SBQ, però stimola la curiosità intellettuale al fine di verificare se effettivamente il morinda citrifolia possa giocare un ruolo positivo migliorativo sulle alterazioni mitocondriali che stanno alla base delle più gravi patologie degenerative come ad esempio il cancro, il diabete mellito tipo 2, la cardiopatia ischemica, l’osteoporosi.

A tal proposito, il dottor Stagnaro ha osservato gli effetti dell’assunzione del succo di noni su alcuni individui sani, con gli strumenti offerti dal metodo SBQ (es. microangiologia clinica con la percussione ascoltata degli ureteri, parametri del riflesso cardio-gastrico aspecifico mediante percussione ascoltata dello stomaco), constatandone clinicamente la sua straordinaria efficacia.

Alcuni di questi dati sono stati oggetto di una recente pubblicazione sull’Asian Pacific Journal of Cancer Prevention (APJCP) dal titolo, “Morinda citrifolia Plays a Central Role in the Primary Prevention of Mitochondrial-dependent Degenerative Disorders”, firmata da Caramel, Marchionni e Stagnaro, che sta infine favorendo un interessante seguito o “follow-up” sulla base dell’auspicio finale così sintetizzato “Our findings encourage further clinical investigations of Noni fruit on a larger scale for the primary prevention of mitochondrial-dependent degenerative disorders such as cancer (Stagnaro and Caramel, 2013a) type 2 diabetes mellitus (Stagnaro and Caramel, 2013b), coronary artery disease (Stagnaro and Caramel, 2013c), and neurodegenerative pathologies like Alzheimer’s Disease (Marchionni et al., 2014).”
 Tradotto dall’inglese sta a significare che “i nostri risultati incoraggiano ulteriori indagini cliniche del succo di frutto noni su una scala più ampia per la prevenzione primaria di patologie degenerative di dipendenza mitocondriale come il cancro, il diabete mellito tipo, il CAD e le patologie neurodegenerative come l’Alzheimer”.   

 

Bibliografia


[1]  Caramel S, Marchionni M, Stagnaro S. (2015)  Morinda citrifolia Plays a Central Role in the Primary Prevention of Mitochondrial-dependent Degenerative Disorders. Asian Pac J Cancer Prev.
 2015;16(4):1675. [Pub-Med indexed for Medline] APJCP link pdf - download
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