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L'esser certi della Semeiotica Biofisica Quantistica

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Il Professor Luca Obertello, nella sua recensione alla “Grammatica dell’assenso” di John Henry Newman [0], così scrive: ‘il filosofo inglese sostiene che la certezza è alla portata della nostra natura, “una legge delle nostre menti largamente attestata nel complesso delle azioni umane”. Ad essa si giunge senza rifiutare l’esperienza, e senza d’altra parte sostenere che, per essere certa, questa deve avere valore assoluto. Nascendo in toto dall’esperienza, la certezza scaturisce da probabilità convergenti, ossia da conoscenze sempre parziali e relative: non è perciò assoluta, tuttavia è indefettibile. E’ impossibile vivere senza alcun esercizio della certezza. Come il respiro, gli atti di certezza e di coscienza sono liberi e dipendono dalla nostra volontà. La certezza è definita come un assenso deliberato, non sottoposto alla condizionalità, e consapevole, a una proposizione in quanto vera; non rientra nella facoltà del ragionamento, ma nell’immaginazione poiché consiste nell’assentire a un fatto in se stesso come mi è presentato dall’immaginazione’.

C’è un’immagine che possiamo associare alla Semeiotica Biofisica Quantistica, ed è quella della nuvola. Quest’affermazione sancita in modo categorico (“la nuvola è un’immagine della Semeiotica Biofisica Quantistica”) è una proposizione (soggetto, copula, predicato) tipica, secondo Newman, di un assenso reale, incondizionato. Denota dunque una certezza di fondo, un esser certi di quanto affermato, che può essere comunque un esser certi "vero", oppure anche no. Analizziamo questa proposizione un passo alla volta. In primo luogo, vediamo il significato che viene dato alle proposizioni di questo tipo, all’immagine e all'immaginazione.

Scrive infatti Newman: “una proposizione categorica è un’asserzione e basta, non c'è condizione o riserva di nessun tipo; non guarda né avanti, né indietro; rimane in sé stessa; soddisfatta della sua intrinseca completezza.  Apprensione della proposizione è l’interpretazione che diamo ai termini in cui la proposizione si compone. Si tratta di un'apprensione reale perché è un'esperienza del concreto o un’informazione a proposito del concreto di cose che sono davanti a noi, o rimaste nella nostra mente come immagini per mezzo della memoria, cose individuali ben impresse nella mente, immagini come unità concrete nella mente, basate sull'esperienza, immagini che derivano dall'esperienza”. 
 
Troviamo l’immagine della nuvola fin dai libri più antichi della Sacra Scrittura.  ‘Dio disse: «Facciamo l'uomo a nostra immagine e a nostra somiglianza, ed abbia dominio sui pesci del mare, sugli uccelli del cielo, sul bestiame e su tutta la terra, e su tutti i rettili che strisciano sulla terra». Così Dio creò l'uomo a sua immagine; lo creò a immagine di Dio; li creò maschio e femmina’.  (Gen 1, 26-27)
Qual è l’immagine che ci richiama la presenza di Dio? Nella storia e tradizione dell'uomo, in particolare nella testimonianza biblica la nuvola[1] è un’immagine e un simbolo che ricorre di frequente, sia nell'Antico che nel Nuovo testamento, legata sia alla presenza di Dio che al preservarsi e perpetuarsi della vita.

Occorre verificare se la nuvola possa essere additata anche quale immagine di quanto osserviamo nella natura che ci circonda, non solo guardando il cielo, ma in relazione, vera e reale, ad ogni elemento naturale della creazione, uomo e donna compresi. 
 
Dice Newman: “l'apprensione reale (basata sulle cose, sulle immagini) è più forte di quella nozionale; l'immagine che deriva dall'esperienza o dall'informazione è più forte di un'idea, di un'astrazione, infatti è proprio della natura umana essere colpita più dal concreto che dall'astratto. Condizione normale dell'assenso è quella di apprendere le proposizioni in quanto cose, mentre condizione normale dell'inferenza è quella di apprendere le proposizioni in quanto nozioni. L'atto di assenso è il più alto e perfetto del suo genere quando si esercita su proposizioni che vengono apprese come esperienze ed immagini, cioè a dire quando rappresentano cose, mentre l'atto di inferenza[2] è il più perfetto del suo genere quando si esercita su proposizioni che vengono apprese come nozioni, cioè a dire quando sono creazioni della mente”.
 
Seguendo Newman, l’atto di assenso esercitato sulla proposizione “la nuvola è un’immagine della Semeiotica Biofisica Quantistica” è un assenso reale perché è appreso come esperienza ed immagine, su un’affermazione che rappresenta una cosa, nella fattispecie la nuvola che rappresenta il cuore della SBQ.
 
 “Negli assensi reali la mente è diretta sulle cose, rappresentate dalle impressioni che esse hanno lasciato sull'immaginazione. Queste immagini, una volta che si dia loro l'assenso, hanno un'influenza sia sull'individuo sia sulla società, un'influenza che le mere nozioni non possono esercitare”. Attenzione però! Prosegue infatti Newman: “il fatto che le immagini che si richiedono perché vi sia un assenso reale sono chiare e distinte non garantisce affatto che quegli oggetti che quelle immagini rappresentano esistano per davvero. E' sempre possibile che una data proposizione, anche se appresa col massimo della chiarezza, sia falsa[3]”.
 
Se la nuvola è immagine della presenza di Dio, essa stessa dovrebbe poter essere associata ad ogni ambito della natura, ed in modo particolare all’uomo, essendo egli fatto a somiglianza di Dio.  Per verificare quest’ipotesi, proviamo a guardare questa nuvola un po’ più da vicino.
 
Com’è fatta? Qual è la sua struttura? Quali sono le sue dinamiche? A queste domande cercava di rispondere qualche decennio fa il matematico e fisico statunitense Mitchell Feigenbaum, mentre elucubrava sulle nubi osservandole dai finestrini dell’aereo o nel corso delle sue camminate sulle colline che dominavano il laboratorio dove lavorava.
 
 Scrive James Gleick[4]: “le nubi rappresentavano un aspetto della natura che i fisici avevano trascurato, un aspetto che era a un tempo vago e dettagliato, strutturato ed imprevedibile.  Capire le nubi era un problema lasciato ai meteorologi, ma negli anni settanta del secolo scorso, alcuni scienziati, negli Stati Uniti ed in Europa, cominciarono a trovare una via per orientarsi nell’apparente disordine presente nell’atmosfera, nel mare turbolento, nelle fluttuazioni delle popolazioni di animali e piante allo stato di natura, nelle oscillazioni del cuore e del cervello, cominciando a svelare i segreti dell’aspetto irregolare della natura, il suo lato discontinuo ed incostante, che per la scienza sono sempre stati dei veri rompicapo. Matematici, fisici, biologi, chimici cominciarono a cercare connessioni fra diversi tipi di irregolarità. Ad esempio, i fisiologi trovarono un ordine sorprendente nel caos che si sviluppa nel cuore umano, la causa prima della morte improvvisa ed inspiegata. Le nozioni che ne emersero condussero direttamente nel mondo naturale: la forma delle nubi, la traiettoria del fulmine, l’intreccio microscopico di vasi sanguigni, gli ammassi galattici delle stelle. Era l’alba delle scoperte sul caos deterministico.
 
Questa nuova scienza generò un proprio vocabolario, un elegante linguaggio tecnico di frattali e biforcazioni, intermittenza e periodicità, attratttori[5] strani e diffeomorfismi piegati.
Quando la scienza cominciò a cercarlo, lo trovò presente dappertutto. In qualsiasi campo lo si trovava, il suo comportamento obbediva sempre alle stesse nuove leggi appena scoperte.
Questa presa di coscienza fu importante perché rappresentò un mutamento epocale, paradigmatico: il caos valica la linea di demarcazione fra le varie discipline scientifiche. E’ una scienza che concerne la natura globale dei sistemi, raccogliendo così pensatori di campi in precedenza alquanto distanti tra loro: un processo di crescente specializzazione improvvisamente si rovesciò in conseguenza della scoperta del caos deterministico in qualsiasi scienza ed ovunque in natura, sia dal punto di vista funzionale (ad esempio, i fisiologi cominciarono a guardare gli organi non come strutture statiche, ma come complessi di oscillazioni, alcune regolari, altre irregolari; i biologi molecolari iniziarono a vedere nelle proteine dei sistemi in movimento) che strutturale (ad esempio, la fisica del comportamento dei terremoti è per lo più indipendente dalla scala, così come le nubi presentano la proprietà dell’invarianza di scala; la loro irregolarità caratteristica, descrivibile nei termini della dimensione frattale, non muta cioè quando vengono osservate a scale diverse) con la scoperta delle geometrie frattali[6]”.
 
Sappiamo dalla Semeiotica Biofisica Quantistica, ed in particolare dalla microangiologia clinica, che riguardo alla microcircolazione, si parla di Unità Micro Vascolo Tessutale, che vale sia dal punto di vista funzionale (dinamiche non lineari fisiologicamente di tipo caotico deterministico) che strutturale (struttura frattalica della rete dei microvasi), essendo struttura e funzione due facce della stessa medaglia.
 
Altri esempi di strutture frattaliche ci sono nella ramificazione dei bronchi, nell’apparato di raccolta dell’urina, nel dotto biliare del fegato e nella rete di fibre speciali nel cuore (rete di Purkinije) che trasportano impulsi di corrente elettrica ai muscoli in contrazione. Mandelbrot, lo scopritore dei frattali, passava con grande senso pratico dagli alberi polmonari e vascolari ai veri alberi botanici. I biologi teorici cominciarono a speculare sul fatto che l’invarianza di scala frattale non era solo comune ma universale nella morfogenesi.  Fatto sta che la struttura frattale è fisiologica in diversi sistemi del corpo umano, e quand’essi, vanno perdendo, per così dire questa caratteristica (diminuzione della dimensione frattale), ciò significa che si stanno creando elementi e situazioni di rigidità, e parallelamente perdite di elasticità, flessibilità, adattatività, versatilità, apprendimento: tale sistema, e di conseguenza il corpo intero, comincia ad avere a che fare con rigidità e perdite di efficienza nel suo funzionamento[7].
La frattalità, scoperta esplicitamente negli anni ottanta da Benoit Mandelbrot, è una dimensione non Euclidea, non intera (perciò il termine “fracto”, “fractalis”) una peculiarità tipica degli attrattori caotici, quand’anche strani, così chiamati da David Ruelle e Florin Takens, per descrivere l’attrattore che risulta dalla serie di biforcazioni[8] di un sistema che descrive il flusso di un liquido.
 
E’ chiaro che le nuvole che contemplava Mitchell Feigenbaum sono un esempio che offre la natura di attrattore strano con struttura frattale.  Egli è colui che ha scoperto, nel 1975, il marchio del caos, l’ordine nell’apparente disordine, una regolarità matematica, una costante universale[9], che si ripete in ogni sistema caotico – frattale con le medesime caratteristiche. Ad esempio la costante di Feigenbaum è stata misurata nelle biforcazioni dei circuiti elettrici[10], nei raddoppiamenti di periodo del nervo sciatico dei ratti[11] e specialmente nella microangiologia clinica[12], branca della Semeiotica Biofisica Quantistica che studia le dinamiche microcircolatorie del corpo umano.
 
Scrive il dottor Stagnaro: ‘Nel Corpo Umano ed Animale c'è Caos Deterministico, che non è "disordine", ma un ordine di tipo superiore in fisiologia. Solo nella patologia subentra un ordine inferiore: la misura del primo ordine è legata all'Attrattore Strano, mentre la misura del secondo corrisponde all'Attrattore a Punto Fisso. Ecco la mia definizione della Vita (Introduzione alla Semeiotica Biofisica. Il Terreno Oncologico): La Vita è una parabola che inizia con l'Attrattore Strano e finisce nell'Attrattore a Punto Fisso, passando per l'Attrattore a Ciclo Limite.’
 
Scegliendo l’attrattore strano come immagine geometrica del cuore della Semeiotica Biofisica Quantistica, che è la microangiologia clinica, tra le righe egli ci legittima e suggerisce di prendere, ad esempio, la nuvola come sua contro-immagine reale, che è presente ovunque in natura. Ciò è d’aiuto specie per chi non ha dimestichezza con le scienze matematiche, è un’immagine facile da imprimere nella mente da parte anche di un bambino ogni volta che solleva lo sguardo verso il cielo.
Riepilogando, la nuvola, scelta come icona della Semeiotica Biofisica Quantistica, è un esempio di attrattore caotico, il quale ha struttura frattalica ed è presente ovunque in natura.
 
Questo riscontro nella realtà naturale intensifica l’assenso reale fondato su tale immagine, ma non lo crea.
 
Dice infatti Newman: “Normalmente, salvo eccezioni, la costituzione normale della mente e l'effetto naturale e giusto che hanno su di noi gli atti di immaginazione non è quello di creare l'assenso, ma di intensificarlo.  L'assenso, per quanto sia forte e per quanto siano vivide le immagini a cui è legato, non è necessariamente pratico. Gli assensi reali (talvolta chiamati credenze, convinzioni, atti dell'essere certi) vengono dati ad oggetti morali, sono tanto rari quanto potenti. E fino a quando non abbiamo questi assensi reali possiamo certamente avere una piena apprensione e un assenso nel campo delle nozioni, ma non disponiamo di un sicuro ancoraggio intellettuale, e siamo alla mercé di impulsi, di fantasie, di sprazzi di luce incerti e vaghi”.
 
 “Queste credenze[13], vere o false che siano, danno una forma alla mente dalla quale fuoriescono[14] conferendole una serietà e un vigore che invita le altre menti a fidarsi di ciò che essa pensa, ed è uno dei segreti della capacità di persuadere e di influenzare che vediamo all'opera sul grande palcoscenico del mondo. Esse creano, a seconda del caso, gli eroi e i santi, i grandi condottieri, gli statisti, i predicatori, i riformatori, i pionieri delle scoperte in campo scientifico, ecc.”
 
Sergio Stagnaro, fondatore della Semeiotica Biofisica Quantistica, è certamente uno di questi pionieri delle scoperte in campo scientifico, un precursore, che personifica e conserva queste caratteristiche di serietà, rigore intellettuale, vigore e capacità di persuadere ed influenzare tutti coloro che lo seguono.
E’ tutto questo sufficiente per dare il nostro atto di assenso reale incondizionato alla SBQ, e l’esser certi che ne consegue? E’ la sua opera tale da esserne certi incondizionatamente? Posso pronunciare il mio sì incondizionato, tanto da affermare con sicurezza che la Semeiotica Biofisica Quantistica è una certezza? Sì e No, entrambe le risposte sono valide.
 
Lo scienziato ligure, ad esempio, non ha dato un sì incondizionato ma ha seguito solitariamente e silenziosamente il metodo inferenziale, ipotetico-deduttivo galileiano, raccogliendo ed incrociando dati reali, oggettivi, al letto del paziente per ben 20 anni, dal 1956 al 1976 prima di dare il proprio assenso reale, incondizionato, mostrato con la decisione di pubblicare il suo primo articolo. Si tratta di un percorso inferenziale lungo, paziente, meticoloso, laborioso, che ha portato dall’inferenza all’assenso reale.
 
Il Sì incondizionato, tout court, senza alcuna inferenza previa o ragionamento seguendo gli strumenti della logica, che proviene dall’esperienza, da quel dono del senso illativo[15], come lo chiama Newman, è possibile, ma alquanto raro, eppure questo giudizio crea uno stato della mente, un esser certi che dà un senso di pace, piacevole tranquillità, serenità, un riposarsi della mente per cui non c’è bisogno di cercare altro, di cercare chissà quali altre conferme.   Questa capacità oracolare permette a cert’uni di esplicare in toto, nel tempo di un battito di ciglia, “l’atto di assenso reale, che è il più alto e perfetto del suo genere, quando si esercita su proposizioni che vengono apprese come esperienze e immagini, cioè, a dire quando rappresentano cose”.
 
Altri invece devono dedicarci molto più tempo e passare per l’inferenza. L’assenso è non-condizionato, è apprensivo[16]: c’è una previa inferenza[17] a favore della proposizione e apprensione dei termini che la compongono. Il Cardinal Newman distingue l’assenso semplice, ovvero inconsapevole, meccanico, senza consapevolezza, dall’assenso complesso che è un atto compiuto con piena consapevolezza e deliberazione (atto di assenso complesso o riflesso).
 
La mera immagine della nuvola, corroborata sulla base delle evidenze fornite dalle antiche scritture e dai moderni riscontri del caos deterministico in ogni ambito della natura e della scienza, può esser sufficiente a spiegare l’esser certi[18] tout court della Semeiotica Biofisica Quantistica, da parte di qualcuno, senza passare per l’inferenza, basandosi soltanto sull’esperienza e conoscenza pregressa. Quest’approccio di guardare sia ai sacri testi che al mondo naturale è in linea con quanto esprime il Cardinal Newman che a questo proposito scrive: “le verità iniziali della conoscenza divina dovremmo vederle in parallelo con le verità iniziali della conoscenza secolare”.
 
C’è dell’altro però da aggiungere per dare alla SBQ un più profondo significato, per contestualizzarla in una visione più ampia.  Scrive ancora John Henry Newman nella “Grammatica dell’Assenso[19]: "senza principi primi non ci sono condizioni di sorta; la probabilità presuppone e richiede che ci siano verità certe". 

 “I principi primi vengono prima delle probabilità”: che cosa significa? La meccanica quantistica basata esclusivamente sulle probabilità non è errata, però è incompleta, usando le parole di Einstein; essa vale fino ad un certo punto, e per certi ambiti, ma lascia in piedi delle questioni irrisolte. Essa va completata con ciò che viene prima, con i principi primi, con ciò che la rende esplicita, esplicata - per usare la terminologia di ordine implicato, nascosto che sottende l’ordine esplicato, teorizzato da David Bohm[20] ed evidenziato molto frequentemente con la Semeiotica Biofisica Quantistica. Essa va completata con ciò che viene prima di quello che finora si è riusciti ad osservare, ossia ciò che causa quelle nuvole[21] sub-atomiche di (apparente) probabilità: i principi primi, le leggi spesso ignote che causano tutto questo.

Gerard t’ Hooft[22], premio Nobel 1999 per la fisica, anch’egli fautore come Albert Einstein e David Bohm della teoria delle “variabili nascoste” in contrapposizione all’impostazione dominante di stampo probabilistico sulla meccanica quantistica, prendendo spunto da alcuni comportamenti caotico deterministici, tipici dei sistemi dinamici dissipativi lontani dall’equilibrio, nel mondo delle particelle sub-atomiche, studia la gravità quantistica come un sistema deterministico dissipativo.
Il dottor Stagnaro vede questo, praticamente, nel microcircolo usando un comune fonendoscopio.
Occorre ricordare che il professor Claudio Allegra nel libro di Franco Pratesi sulla microangiologia[23] classica faceva notare che le dinamiche microcircolatorie, ardue da studiare, di cui si sapeva all’epoca ben poco, sono di natura stocastica. Stocastica significa probabilistica, casuale, al pari della meccanica quantistica probabilistica di Bohr.
Il pioniere di Riva Trigoso riesce ad esplorare  questo micromondo, ai più sconosciuto, del corpo umano, ‘bed-side’, creando la microangiologia clinica[24], ed osserva che fisiologicamente, nel sano, le oscillazioni microvasali sono invece di tipo caotico-deterministico, un ordine superiore, che perde di complessità, passando ad equilibri via via più semplici, banali e prevedibili (es. periodici, di punto fisso), nel progressivo evolversi della patologia, nei suoi vari stadi, da quelli pre-clinici (quando essa è ancora potenziale,  es. Costituzioni e Reali Rischi Congeniti SBQ) a quelli clinici (patologia silente, asintomatica, in fase iniziale, in lenta evoluzione, ecc.). Per queste ragioni, l’insorgenza di gravi malattie come ogni forma di cancro solido o liquido, l’infarto miocardico acuto, il diabete mellito tipo 2, non è un fenomeno aleatorio, imprevedibile, improvviso, come accadesse dal nulla, bensì è preceduta da numerosi segni biofisici, biochimici, bio-quantici, che una volta identificati e diagnosticati in maniera predittiva, permettono delle  efficaci azioni preventive, ad esempio, di prevenzione primaria e pre-primaria (quest’ultima da adottare prima del concepimento dei propri figli, per evitare di trasmettere loro geneticamente un DNA mitocondriale alterato): non è proprio il caso perciò, parafrasando quanto detto dal padre della teoria della relatività, di giocare a dadi con la propria salute.
Riassumendo, l’immagine della nuvola, cuore della SBQ, è escatologica: la troviamo nelle sacre scritture, è legata al caos deterministico, alla natura, alla scienza, all’arte medica, al meraviglioso ordine complesso delle parti e del tutto. Essa consente di sciogliere diversi nodi, come la dicotomia tra probabilismo e determinismo, causalità e casualità, probabilità e certezze, prevedibilità ed imprevedibilità, certezze ed incertezze, ordine e disordine.
La nube ha un’altra interessante peculiarità, essa ha geometria frattalica, le cui proprietà di invarianza di scala ed autosomiglianza, sono tipiche di un’altra immagine, l’ologramma, usata sovente da alcuni pionieri della scienza, come David Bohm e Karl Priebram nella loro visione olografica del mondo e dell’universo, secondo la quale ogni parte della realtà contiene informazione su ogni altra parte all’interno di essa, in maniera tale che ogni regione di spazio e di tempo contiene al suo interno l’intera struttura-informazione dell’universo. Il tutto è contenuto in ogni sua parte.
Questo insight, questo salto paradigmatico, ha portato alla creazione di nuovo linguaggio con termini quali realtà non-locale (che si distingue da quella locale nello spazio-tempo comunemente inteso), ‘entanglement’ o intreccio informativo simultaneo e sincronico tra particelle sub-atomiche indipendentemente dalla loro distanza che può essere anche di milioni di chilometri (fenomeno ora documentato nella fotosintesi delle piante e che si può osservare, mediante la SBQ, anche nei sistemi biologici), ordine implicato sotteso all’ordine esplicato della realtà fenomenica comunemente intesa, olomovimento[25].
Ciascuno di questi nuovi concetti meriterebbe un’approfondita discussione, ma per ora basta ricordare alcune loro caratteristiche, che in linea con l’impostazione di Newman, vanno a far parte dei principi primi, delle basi epistemologiche di questa nuova visione della realtà fenomenica: l’unità, l’unicità, la complessità (o meglio, ordine complesso) e l’unitarietà di tutto ciò che ci circonda, le leggi comuni che sovrintendono la creazione e ciascuna sua infinitesima parte, il minimo dettaglio che ci dà informazione su tutto l’universo.

E’ facile perdersi con codesta sovrabbondanza, perciò in questo cammino, in questa navigazione, è fondamentale avere dei principi primi, delle solide fondamenta su cui poggiare i propri piedi e non perdere di vista la rotta, la retta via, le domande fondamentali dell’esistenza: da dove veniamo e dove stiamo andando?  
Pensare che il mondo sia frutto del caso e della probabilità, che veniamo dal nulla ed andiamo verso il nulla è alquanto discutibile, perciò David Bohm fu soddisfatto delle nuove scoperte provenienti dagli studi sul caos deterministico, così dicendo: “Con l’emergere della teoria del caos, è diventato chiaro che è possibile andare verso nuove direzioni, e trattare le leggi statistiche e probabilistiche come emergenti da leggi causali”. E’ chiara l’analogia con Newman: “la probabilità presuppone e richiede che ci siano verità certe, dei principi primi”. La nuvola – attrattore caotico, benché abbia le caratteristiche intrinseche dell’imprevedibilità e dell’incertezza e si possa studiare solo con strumenti statistico-probabilistici (come le onde-particelle della fisica sub-atomica), ha presupposti e principi primi ben definiti, si crea secondo precise leggi causali che suscitano traiettorie ed orbite reali infinite racchiuse in uno spazio finito: essa non sorge dal nulla[26]!
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Newman ci ricorda però che l’inferenza, ed in particolare il ragionamento logico non ci porta molto lontano nell’arrivare a delle conclusioni e a delle certezze sulla realtà, ci vuole dell’altro.
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Per conoscere e comprendere la realtà complessa non-lineare delle cose, necessitiamo di un qualcosa di altrettanto superiore e complesso, non è sufficiente il pensiero umano logico lineare. Ci vuole un Pensiero Superiore, giocoforza non-lineare, non – locale, simultaneo, sincronico, che non si perde sprecando energia nei ragionamenti (tipici di una realtà locale) nello spazio-tempo passando da un’idea all’altra, da un’astrazione all’altra. L’inferenza va bene per le cose astratte, per le cose reali ci vuole l’assenso incondizionato, assoluto, deliberato, consapevole, un assenso complesso, e anche qualcosa di più che porti a quell’esser certi indefettibile, che non viene mai meno, anche in presenza di situazioni sfavorevoli.

​Newman chiede solo che gli si conceda una cosa, ossia l’accettazione dell’esistenza della coscienza, che è propria di ciascun individuo. Egli definisce la retta coscienza come Legge dello Spirito; quella Voce sottile, quella stessa che proviene dalla nuvola delle Sacre Scritture, si manifesta alla nostra coscienza sussurrando all’anima i giusti e retti consigli, le visioni, gli insight, ciò che è bene, buono e giusto.



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SBQ Magazine
 12 - 2017

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Per dar retta alla Voce, spesso inascoltata, che continuamente si manifesta alla nostra coscienza sono necessarie delle virtù: l’umiltà, la perseveranza, la povertà in spirito. Certi difetti, come la superbia, lo scetticismo, la mancanza di curiosità intellettuale, di ricerca sana della verità, i preconcetti, sono chiusure e rigidità mentali che sicuramente non aiutano l’ascolto e una vita coerente con la legge dello Spirito.

Scrive ancora Newman: “L'assenso reale tocca accidentalmente e indirettamente la pratica. In sé e per sé è un atto intellettuale, il cui oggetto gli viene presentato dall'immaginazione; e sebbene l'intelletto puro non porti all'azione, come del resto non fa neppure l'immaginazione, l'immaginazione ha i mezzi, cosa che l'intelletto puro non ha, per stimolare le forze della mente dalle quali procede l'azione. E dunque l'assenso reale, o credenza, come si può anche chiamare, visto in se stesso, cioè semplicemente come assenso, non porta all'azione; ma le immagini in cui esso vive, rappresentando il concreto, hanno il potere esteso che ha il concreto sugli affetti e sulle passioni, e tramite queste ultime diventano indirettamente operative”.

E’ quanto basta per comprendere che non occorre essere medici per dare il proprio assenso reale alla Semeiotica Biofisica Quantistica, o per esserne certi: forse occorrerebbe semplicemente innamorarsi di una nuvola bianca luminosa che si staglia sul cielo blu contemplando i latenti e molteplici messaggi che porta con sé.  E’ la nuvola o qualche altra immagine che stimola le forze della mente al punto di stimolare all’azione!

L’assenso, l’esser certi è sempre personale: la certezza per altri che non guardano alle nuvole può scaturire da altre immagini quali ad esempio: il volto di una vita salvata grazie alla SBQ come quella di Antonio Maione (assenso da parte del medico curante e/o specularmente dal paziente beneficiante), l’immagine ricordo delle dita della mano del Professor Luigi Di Bella, che si muovono secondo il metodo della percussione ascoltata per le sue raffinate diagnosi, eccetera.
​

“La scienza ci para davanti agli occhi dei fenomeni, e lascia a noi, sempre che lo vogliamo, decidere se li vogliamo definire opera di un disegno, della sapienza o della benevolenza; e fatto un passo ulteriore, sempre se lo vogliamo, ammettere l'esistenza di un Creatore Intelligente. Dobbiamo prendere i fatti che la scienza ci presenta, dar loro un significato, e trarre le nostre conclusioni. Prima in ordine di tempo viene la conoscenza, poi c'è l'opinione, quindi il ragionamento, e infine la credenza. Al cuore si arriva di norma non passando dalla ragione ma dall'immaginazione, con le impressioni dirette, la testimonianza di fatti ed eventi, con la storia, con la descrizione. La vita è fatta per l'azione. Se ci ostiniamo a volere la prova di ogni cosa, non arriveremo mai all'azione: per poter agire si devono avere degli assunti, e questo assunto è la fede. Le impressioni portano all'azione; mentre i ragionamenti ce ne allontanano”. 
 
Così Newman ci illumina a proposito di scienza e fede.  In effetti, per i più, per tutti coloro che inizialmente si avvicinano alla Semeiotica Biofisica Quantistica, data la sua transdisciplinare complessità, è richiesto un atto di fede, perché non sono a disposizione delle prove facili e tangibili per darne un subitaneo assenso reale, incondizionato. Prendendo a prestito le parole di Newman, la SBQ mette davanti ai nostri occhi dei fenomeni, dei dati, dei fatti, dei dati di fatto, reali, e lascia a noi decidere se definirli opera di un disegno, della sapienza od ammettere l’esistenza di un Creatore Intelligente.     
 
Ad essa ci si può avvicinare per molteplici ragioni: per curiosità, per sentito dire, per passaparola, perché rievoca nella nostra mente un’immagine, un’esperienza, un particolare fatto, una diagnosi, una patologia, una guarigione, una simpatia per qualche conoscenza in noi radicata o che ci stimola.
 
Prima o poi però quasi tutti l’abbandonano, inevitabilmente, data la sua complessità, difficoltà di apprensione, ma soprattutto la si lascia perché non si arriva a quell’esser certi che, pur non essendo infallibile, è indefettibile, ossia non può venir meno. Chi ha dei dubbi, anche un solo minimo dubbio, non è ancora arrivato a quell’esser certi della Semeiotica Biofisica Quantistica, a quello stato mentale il cui segno e forza è un senso specifico di pace, di piacevole tranquillità, di riposo della mente. Chi nutre dei dubbi ogni qualvolta capita un nuovo caso che pare smentire l’apparto diagnostico della SBQ o le sue basi epistemologiche è ancora sulla strada dell’inferenza che porterà chissà un giorno al personale assenso reale e poi infine alla certezza.
 
Quando c’è la certezza invece, “gli errori di ragionamento che facciamo ci impartiscono una lezione importante, ci mettono in guardia, e ci invitano non a lasciar perdere il ragionamento, ma a ragionare con cautela maggiore. E’ assurdo buttare all’aria l’intera struttura della nostra conoscenza, che è gloria e vanto dell’intelletto umano, solo perché l’intelletto non è infallibile nelle proprie conclusioni. Se in un caso particolare ci siamo sbagliati nelle nostre inferenze, e nei nostri esser certi che hanno fatto loro seguito, abbiamo naturalmente il dovere di tener conto dell’errore fatto, trattandosi di una decisione da prendere su una questione nuova prima di passare a decidere”.
 
 Per questo motivo la Semeiotica Biofisica Quantistica è sempre in evoluzione, stimola la ricerca ed è sempre migliorabile e perfezionabile con nuovi segni, nuove scoperte, nuovi approfondimenti e comprensioni nella strada che tende verso la verità, data la sua complessità transdisciplinare e l’unicità, specificità e complessità dell’essere umano e di ogni essere umano: non a caso essa è ‘Single Patient Based Medicine’ (Medicina Basata sul Singolo Paziente), perfettamente in sintonia con il pensiero di Newman: “un’umanità stereotipata è una cosa che semplicemente non esiste; sarà sempre un’idea vaga, senza corpo, per la regione che le unità concrete di cui è fatta sono realtà indipendenti. Le leggi generali non sono verità inviolabili; meno ancora sono cause necessarie. Ciascuna cosa ha la propria natura e la propria storia. La legge di natura non è un fatto; è una nozione. Ciascun essere umano è se stesso e niente altro, con la propria individualità, differendo da ogni altro in tutto. Perciò la logica non ci mette in condizione di conoscere perfettamente nessun essere individuale”. 
 
Newman continua dicendo che “la scienza nelle sue varie articolazioni è per sua natura troppo semplice e troppo esatta per essere la misura del fatto. Proprio perché è perfetta, non è competente ad ordinare e sistemare i particolari e i dettagli. Quanto alla logica, poi, la catena delle sue conclusioni è aperta e penzola miseramente da un lato all’altro; il punto dal quale dovrebbe partire la prova, e i punti dove dovrebbe arrivare, sono tutti al di là della sua portata; non arriva a toccare né i principi primi né le questioni concrete”, cosa che invece riesce a fare la Semeiotica Biofisica Quantistica – che essendo medicina è un’arte, non una scienza - con il suo approccio transdisciplinare: essa è misura del fatto, riesce ad ordinare e sistemare i particolari ed i dettagli, tocca i principi primi,  e al contempo le questioni concrete.
 
“Per arrivare al fatto, di qualsiasi natura esso sia, noi dobbiamo evitare le generalizzazioni, prendere le cose come stanno”: è questo che la Semeiotica Biofisica Quantistica permette di fare, con il suo metodo che arriva fino al più fine dettaglio, a chi abbia quel dono del senso illativo, quello sguardo d’insieme, che consente di abbracciare la realtà unica e complessa di ogni essere umano, arrivando ad una migliore comprensione di ogni singola persona - valutando tutto il caso nel suo complesso – e così offrendo un valore aggiunto significativo  all’informazione diagnostica usualmente clinicamente disponibile[27].  
 
“La scienza, lavorando da sola, attinge la verità nell’astratto e la probabilità nel concreto; ma ciò che noi vogliamo e cerchiamo è la verità nel concreto” dice ancora Newman.  La coerenza interna ed esterna dell’arte della Semeiotica Biofisica Quantistica, la sua attenzione ai principi primi, all’unità, unicità e complessità di ogni singola persona, svela proprio la sua ricerca della verità nel concreto: essa è una medicina basata sui fatti, sull’osservazione di fatti concreti, della realtà che non finisce mai di stupire (perciò essa si arricchisce ogni giorno di sempre nuove scoperte).
 
La SBQ non lascia il Creatore fuori della porta, come è tanto comune fare altrove, tanto da essere in sintonia con Samuel Taylor Coleridge, citato dallo stesso Newman: “un’altra inferenza da trarre dai fatti, un’inferenza più feconda e forse anche più solida, sarebbe che c’è qualcosa nella mente umana che le fa conoscere che in ogni quantità finita vi è un infinito; in tutte le misure del tempo un eterno; che questi sono la base, la sostanza, di quelle; e che, siccome noi siamo veramente solo se Dio è con noi, noi non possediamo veramente, cioè a dire, non godiamo del nostro essere o di altro bene reale se non vivendo nel senso della Sua presenza divina”.
 
Se manca quest’umiltà do vivere “nel senso della Sua presenza divina” non si va molto lontano, si continua a girare intorno al ragionamento ed alla logica, senza produrre frutto. Non a caso le più grandi scoperte sono venute grazie a dei lampi di luce, all’ispirazione, ad un superiore insight.
 
L’esser certi tout court della Semeiotica Biofisica Quantistica è certamente un dono raro, perciò occorre, salvo eccezioni, mettersi in cammino passando per l’inferenza, che è sempre condizionata, ed ha per oggetto la verosimiglianza, prima di arrivare auspicabilmente all’assenso reale e complesso, incondizionato, che ha per oggetto la verità, tappa necessaria per arrivare infine alla certezza.    
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Note

[0] Newman JH. La grammatica dell’assenso. Introduzione di Luca Obertello. A cura di Bruno Gallo.  Edizione Jaca Book Milano.
Obertello L. La grammatica dell’assenso. Edizione Jaca Book, Milano.
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[1] Fin dalle teofanie dell’Antico Testamento, la nube rivela il Dio vivente e salvatore velando la trascendenza della sua gloria: con Mosé sul Monte Sinai (Es 24, 15-18), presso la tenda del convegno (Es 33, 9-10), durante il cammino nel deserto (Es 40,36-40), ed ancora con Salomone nella dedicazione del Tempio (1Re 8, 10.12).  Nel libro dei Re (1Re 18,19-46) è raccontata la vicenda del profeta Elia e della fine della siccità. Dalla vetta del Carmelo il suo servo vide salire dal mare una nuvoletta a forma di mano umana che in poco tempo portò la pioggia per la terra e il popolo assetati.  Mistici ed esegeti, agli albori del cristianesimo, interpretarono quella “nuvoletta” come l’immagine profetica della Madonna che, con la l’incarnazione e nascita di Gesù avrebbe dato vita e fecondità al mondo. Sul monte della trasfigurazione, il Tabor, Dio viene nella nube che avvolge Gesù, Mosè, Elia, Pietro, Giovanni e Giacomo, e dalla nube esce una voce, come nel giorno nel battesimo di Cristo sul fiume Giordano, che dice: “Questi è il mio Figlio, l’amato; ascoltatelo” (Lc 9, 35). Nel giorno dell’ascensione è la nube che sottrae Gesù allo sguardo dei discepoli (At 1,9), ed è su una nube che Egli ritornerà nell’ultimo giorno (Lc 21,27).
 
[2] “Gli atti di assenso nozionale e di inferenza non toccano la nostra condotta, cosa che invece fanno, anche se non necessariamente, gli atti di credenza, ossia di assenso reale. L'assenso o credenza presuppone che vi sia una apprensione delle cose che si credono, al contrario dell'inferenza che non richiede affatto che vi sia un'apprensione delle cose che si inferiscono. L'inferenza ha a che fare di necessità con le superfici e gli aspetti; comincia con se stessa e finisce con se stessa; non arriva a toccare i fatti; va benissimo per le formule”. 

[3] Può essere, ad esempio, che non ci sia un riscontro di quest’immagine nella realtà, nella natura:  “Se semplicemente mettiamo da parte e ignoriamo l'informazione inferenziale, quella per esempio che ci viene dalla testimonianza, da quello che la gente crede, dal concorso dei sensi, dal buon senso o da qualche altra fonte, noi non abbiamo nessun diritto di pensare di aver appreso una verità, solo perché la nostra mente ne ha avuto un'impressione fortissima (Frontis nulla fides; non ti fidare delle apparenze). Può succedere benissimo che un'immagine, la quale abbia tutte le caratteristiche della perfetta veracità e fedeltà, venga presentata agli occhi della mente come un oggetto distinto ed eloquente, ma manchi nel caso in questione, di una realtà esterna che le corrisponda, nonostante tutta l'impressione che può fare. Ci vuole buon senso e cautela silenziosa”. L’immagine e l’assenso poi sono sempre personali, non è automatico che si possano generalizzare, considerare come universali: “Gli atti di assenso reale hanno un carattere personale (secondo le caratteristiche proprie di un individuo o accidenti). L'assenso reale è proprio dell'individuo, come l'esperienza che esso presuppone. Le immagini, che sono proprietà comune, con i loro atti di apprensione e di assenso, possono essere anche caratteristiche personali. L'immagine che si ha nella mente, in base alle esperienze in base alle quali essa si forma, è un risultato personale”. 

[4] James Gleick, Caos, la nascita di una nuova scienza, collana Superbur Scienza, Rizzoli,  2000

[5] In matematica, un attrattore è un insieme verso il quale evolve un sistema dinamico dopo un tempo sufficientemente lungo. Affinché tale insieme possa essere definito attrattore, le traiettorie che arrivano ad essere sufficientemente vicine ad esso devono rimanere vicine anche se leggermente perturbate. Dal punto di vista geometrico un attrattore può essere un punto, una curva, una varietà (varietà stabile), o anche un insieme più complicato dotato di struttura frattale e noto con il nome di attrattore strano. La descrizione degli attrattori dei sistemi dinamici caotici è stata uno dei successi della teoria del caos. Una traiettoria di un sistema dinamico su un attrattore non deve soddisfare nessuna proprietà particolare, escludendo il fatto che deve rimanere sull'attrattore (e mai intersecarsi, se caotiche, altrimenti diverrebbero periodiche). Le traiettorie possono essere periodiche, caotiche o di qualunque altro tipo. Caratteristiche matematiche dell’attrattore strano sono la sua unità, densità, compattezza (indecomponibilità); ad esse possiamo aggiungerne altre come la sensibilità (dipendenza sensibile dalle condizioni iniziali), e a seconda degli ambiti di applicazione in cui si manifestano, la flessibilità, l’elasticità, l’adattattività, l’apprendimento, l’aggiornamento continuo, la versatilità,  la fragilità (legata alla sua stabilità – instabilità), la docilità, la malleabilità, l’apertura, l’umiltà, l’unicità, la coerenza, la vitalità, la novità.

[6] I vasi sanguigni, dall’aorta ai capillari, si ramificano e suddividono e ramificano sempre più fino a diventare così stretti che i globuli del sangue per passare sono costretti a mettersi in fila indiana. La natura della loro ramificazione è frattale. L’apparato circolatorio deve comprimere una superficie immensa in un volume limitato in rapporto alle risorse del corpo, sfruttando lo spazio in maniera massimamente efficiente ed efficace. La struttura frattale consente di risolvere il problema in maniera così meraviglioso che nella maggior parte dei tessuti nessuna cellula dista da un vaso sanguigno più di tre o quattro cellule. Eppure i vasi sanguigni ed il sangue occupano ben poco spazio, non più del cinque per cento circa del corpo. Questa struttura minuta - consistente in realtà in due alberi intrecciati di vene e arterie - è tutt’altro che eccezionale. Il corpo è ricco di soluzioni altrettanto complesse. Nell’apparato digerente il tessuto rivela ondulazioni all’interno di ondulazioni. Anche i polmoni hanno bisogno di racchiudere la massima superficie possibile nello spazio più piccolo. La capacità di un animale di assorbire ossigeno è grossomodo proporzionale alla superficie dei suoi polmoni. I polmoni umani tipici racchiudono una superficie più grande di quella di un campo da tennis. Come ulteriore complicazione il labirinto delle vie aeree deve fondersi in modo efficiente con le arterie e con le vene. Ogni studente di medicina sa che i polmoni sono fatti in modo da comprendere in sé una superficie immensa. Gli anatomisti sono però abituati a considerare una scala per volta: per esempio i milioni di alveoli, sacchi microscopici che concludono la sequenza delle ramificazioni delle vie aeree. Il linguaggio dell’anatomia tende ad oscurare l’unità fra una scala e l’altra. L’approccio frattale di contro abbraccia l’intera struttura nei termini della ramificazione che la produce, ramificazione che si comporta in modo coerente dalle scale grandi a quelle piccole. Gli anatomisti studiano l’apparato vascolare classificando i vasi sanguigni in categorie fondate sulle dimensioni: arterie ed arteriole, vene e venule. Queste categorie si rivelano utili a certi fini mentre sono svianti a certi altri.

[7] Caramel Simone, Stagnaro Sergio   Intrinsic fractal structure of signal that triggers Quantum Biophysical Semeiotics Reflex. 2017. http://www.sisbq.org/uploads/5/6/8/7/5687930/fractalsignalsbq_.pdf

[8] Usate soprattutto nello studio dei sistemi dinamici, nonché nei sistemi complessi, si dice che si ha una biforcazione quando una piccola variazione dei valori dei parametri (i parametri di biforcazione) causa un cambiamento 'qualitativo' o topologico del sistema, ovvero un cambiamento del numero di punti di equilibrio o della loro natura. Tali cambiamenti possono anche portare ad una catastrofe. I valori per cui si hanno modifiche qualitative al sistema sono detti ' valori critici '.

[9] La costante delta di Feigenbaum è definita come il limite del rapporto tra due intervalli successivi di biforcazione.  δ = 4,66920160910299067185320382… Si è scoperto che lo stesso rapporto si ritrova fra i diametri di cerchi successivi sull'asse reale dell'insieme di Mandelbrot (luogo geometrico dei punti sul piano complesso di  una particolare semplice successione; questo insieme non diverge, bensì la sua frontiera, il suo perimetro è una curva frattale, uno dei frattali più complessi che si conoscono). Tutti i sistemi caotici che seguono questa legge biforcheranno alla stessa velocità. Questa costante si applica a una larga classe di sistemi dinamici, in particolare nella via al caos chiamata “raddoppiamento di periodo”.

[10] Measuring Feigenbaum's d in a Bifurcating Electric Circuit Bryan Prusha Physics Department, The College of Wooster, Wooster, Ohio 44691 http://physics.wooster.edu/JrIS/Files/Prusha-ChaoticCircuit.pdf ]; [Period doubling, Feigenbaum constant and time series prediction in an experimental chaotic RLD circuit M.P. Hanias a,*, Z. Avgerinos b , G.S. Tombras b https://physlab.lums.edu.pk/images/d/d8/RLD_chaos.pdf Cogn Neurodyn. 2012 Feb; 6(1): 89–106.

[11] Bing Jia, Huaguang Gu, Li Li, and Xiaoyan Zhao. Dynamics of period-doubling bifurcation to chaos in the spontaneous neural firing patterns  https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3253168/

[12] Sergio Stagnaro. Semeiotica Biofisica: Riflessioni Epistemiologiche. http://www.filosofico.net/semioticabiofstagnaro.htm  Stagnaro S, Neri Stagnaro M, Microangiologia Clinica. a cura di S, Caramel. http://www.sisbq.org/uploads/5/6/8/7/5687930/microangiologiaclinicasbq2016.pdf
 
[13] “La credenza, occupandosi di cose concrete, non astratte, ha per oggetto suo proprio non solo direttamente ciò che è vero, ma anche inclusivamente tutto quanto è bello, utile, ammirevole, eroico; oggetti capaci di accendere la devozione, eccitare le passioni e toccare gli affetti. E' così che essa induce ad agire, a compiere azioni di ogni tipo, a fissare dei principi, e a formare il carattere; ed è così che essa entra in un legame strettissimo con tutto quello che è individuale e personale”. 

[14] Mario Pollio. Strutturazione e ristrutturazione della mente. Relazione presentata all’incontro SISBQ di Porretta Terme, maggio 2016. https://www.youtube.com/watch?v=u_Jy5VETbhM

[15] “Il giudizio, in ogni materia concreta, è la facoltà architettonica; quello che possiamo chiamare senso illativo (che è un dono, una virtù) – retto giudizio del raziocinio – ne è un ramo”.  Esso è formulato senza l’uso della logica come strumento, bensì della ragione come realtà naturale.  Virtù della ragione, capacità di giudicare e concludere portata alla sua perfezione, quest’oracolo autorevole che ci dice quale strada prendere, risiede nella mente dell’individuo, giudice di se stesso nei casi particolari, deriva da abitudine acquisita, che ha origine nella natura stessa, e si forma a poco a poco, mutando con l’esercizio e l’esperienza, capacità sufficiente per il caso in questione, in quel particolare luogo, in quello specifico momento e in quelle particolari circostanze. 

[16] L’apprensione di una proposizione è l’interpretazione che diamo ai termini di cui la proposizione si compone, mentre l’assenso è un’asserzione mentale di una proposizione intelligibile, atto dell’intelletto, diretto, assoluto, completo in se stesso, incondizionato, arbitrario. 

[17] “L’atto di inferenza è il più alto e perfetto del suo genere quando si esercita su proposizioni che vengono apprese come nozioni”.

[18] L’esser certi è uno stato della mente (la certezza è invece una qualità delle proposizioni), è la percezione di una verità con la percezione che si tratta di una verità, ossia la consapevolezza di sapere quella stessa cosa che abbiamo quando diciamo “so di sapere” o “so di sapere che so” o semplicemente “so”, poiché una sola asserzione riflessa della mente a riguardo di se stessa riassume tutta la serie di auto-consapevolezze senza che nessuna di loro si debba effettivamente evolvere.

[19]  Newman JH. La grammatica dell’assenso. Introduzione di Luca Obertello. A cura di Bruno Gallo. Pag. 186. Edizione Jaca Book, Milano.

[20] Bohm D. Causality and chance in modern physics. UPA press, 1961.  Bohm D. Wholeness and the Implicate Order. Ed Routledge, 1980. Bohm D. Quantum Theory. Ed Dover Publications New York, 1989. Bohm D, Peat D.  Science, order and creativity. Ed Routledge, 1989. Caramel S, Stagnaro S. Quantum Chaotic aspects of Biophysical Semeiotics. Journal of QBS,
2011. http://www.sisbq.org/uploads/5/6/8/7/5687930/quantumchaotic_qbs.pdf
Non giochiamo a dadi con la nostra salute! Intervista a Sergio Stagnaro. Scienza e Conoscenza, 2017. 

www.scienzaeconoscenza.it/blog/medicina-quantistica-bioenergetica/semeiotica-biofisica-quantistica-intervista-sergio-stagnaro

[21] Una gocciolina di vapore acqueo sale verso il cielo con il suo bagaglio di condizioni iniziali istante dopo istante (temperatura dell’aria, pressione, direzione, forza e temperatura dei venti, sole, umidità, il nostro respiro) e disegna un percorso che i “caotici” chiamano traiettoria (che rappresenta tutta la sua storia passata), mutuando il termine dagli astrofisici. Analogamente, quando la gocciolina arriva alla nuvola (supponiamo per semplicità già in formazione) non vi si attacca come una zecca in superficie, bensì continua a muoversi ed entra in orbita con tutte le altre goccioline. Dentro la nuvola un sacco di traiettorie entrano in comunicazione, girano e rigirano e diventano orbite, senza intersecarsi mai (altrimenti diverrebbero orbite periodiche). Queste orbite quindi non sono come quelle dei pianeti, non hanno quella regolarità, quella periodicità o quasi, quella prevedibilità così ben definita. Esse sono soggette a molteplici forze di attrazione (spinte quindi verso il centro) e di repulsione (spinte fuori, verso l’esterno), ovvero forze centrifughe e centripete; sballottate in tutte le direzioni, pur rimanendo sempre confinate nello spazio limitato, ad esempio, di una nuvola bella densa e compatta. L’imprevedibilità e l’incertezza sono caratteristiche intrinseche dei sistemi deterministici non-lineari con dinamiche caotico-deterministiche, al punto che si cerca di misurarli con strumenti statistico-probabilistici, pur partendo da leggi causali. Occorre evitare l’errore di pensare che l’uso di invarianti statistici è fatto perché le nuvole-attrattori siano di natura probabilistica; esse rimangono in tutto e per tutto causali, deterministiche, create da leggi ben precise alle spalle, non sono frutto del caso o della probabilità. 

[22] ‘t Hooft G.  Quantum Gravity As A Dissipative Deterministic System. Class QUant Grav,  1999.  https://arxiv.org/pdf/gr-qc/9903084.pdf

[23] Pratesi F. Microcircolazione e microangiologia. Fisiologia, clinica, terapia. Ed. Minerva Medica, 1990.

[24] Stagnaro S, Neri Stagnaro M. Microangiologia Clinica. a cura di Simone Caramel. QBS books, 2016. http://www.sisbq.org/uploads/5/6/8/7/5687930/microangiologiaclinicasbq2016.pdf

[25] L’olomovimento è definito da David Bohm come quel movimento (processo) che rende attivo l’ordine implicato. Il movimento generato dall’olomovimento in ogni regione porta informazione su ogni altra parte della realtà (vedi parallelo con l’ologramma: nell’ologramma il movimento della luce in ogni segmento di spazio porta informazione su tutto l’oggetto illuminato)
 
[26] Simone Caramel. Apertura dell’incontro di Porretta 2016. https://www.youtube.com/watch?v=TwYbQXuSvb0
 
[27] da sottolineare che il valore informativo della diagnostica di laboratorio e per immagini è pari a zero nei casi pre-clinici, per definizione, perciò la diagnosi SBQ è altamente significativa come medicina preventiva e predittiva, in ambito pre-clinico, specie per la diagnosi di costituzioni e reali rischi di patologie degenerative di natura mitocondriale ICAEM dipendenti.  ​

 
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