L'esser certi della Semeiotica Biofisica QuantisticaIl Professor Luca Obertello, nella sua recensione alla “Grammatica dell’assenso” di John Henry Newman [0], così scrive: ‘il filosofo inglese sostiene che la certezza è alla portata della nostra natura, “una legge delle nostre menti largamente attestata nel complesso delle azioni umane”. Ad essa si giunge senza rifiutare l’esperienza, e senza d’altra parte sostenere che, per essere certa, questa deve avere valore assoluto. Nascendo in toto dall’esperienza, la certezza scaturisce da probabilità convergenti, ossia da conoscenze sempre parziali e relative: non è perciò assoluta, tuttavia è indefettibile. E’ impossibile vivere senza alcun esercizio della certezza. Come il respiro, gli atti di certezza e di coscienza sono liberi e dipendono dalla nostra volontà. La certezza è definita come un assenso deliberato, non sottoposto alla condizionalità, e consapevole, a una proposizione in quanto vera; non rientra nella facoltà del ragionamento, ma nell’immaginazione poiché consiste nell’assentire a un fatto in se stesso come mi è presentato dall’immaginazione’.
C’è un’immagine che possiamo associare alla Semeiotica Biofisica Quantistica, ed è quella della nuvola. Quest’affermazione sancita in modo categorico (“la nuvola è un’immagine della Semeiotica Biofisica Quantistica”) è una proposizione (soggetto, copula, predicato) tipica, secondo Newman, di un assenso reale, incondizionato. Denota dunque una certezza di fondo, un esser certi di quanto affermato, che può essere comunque un esser certi "vero", oppure anche no. Analizziamo questa proposizione un passo alla volta. In primo luogo, vediamo il significato che viene dato alle proposizioni di questo tipo, all’immagine e all'immaginazione. Scrive infatti Newman: “una proposizione categorica è un’asserzione e basta, non c'è condizione o riserva di nessun tipo; non guarda né avanti, né indietro; rimane in sé stessa; soddisfatta della sua intrinseca completezza. Apprensione della proposizione è l’interpretazione che diamo ai termini in cui la proposizione si compone. Si tratta di un'apprensione reale perché è un'esperienza del concreto o un’informazione a proposito del concreto di cose che sono davanti a noi, o rimaste nella nostra mente come immagini per mezzo della memoria, cose individuali ben impresse nella mente, immagini come unità concrete nella mente, basate sull'esperienza, immagini che derivano dall'esperienza”. Troviamo l’immagine della nuvola fin dai libri più antichi della Sacra Scrittura. ‘Dio disse: «Facciamo l'uomo a nostra immagine e a nostra somiglianza, ed abbia dominio sui pesci del mare, sugli uccelli del cielo, sul bestiame e su tutta la terra, e su tutti i rettili che strisciano sulla terra». Così Dio creò l'uomo a sua immagine; lo creò a immagine di Dio; li creò maschio e femmina’. (Gen 1, 26-27) Qual è l’immagine che ci richiama la presenza di Dio? Nella storia e tradizione dell'uomo, in particolare nella testimonianza biblica la nuvola[1] è un’immagine e un simbolo che ricorre di frequente, sia nell'Antico che nel Nuovo testamento, legata sia alla presenza di Dio che al preservarsi e perpetuarsi della vita. Occorre verificare se la nuvola possa essere additata anche quale immagine di quanto osserviamo nella natura che ci circonda, non solo guardando il cielo, ma in relazione, vera e reale, ad ogni elemento naturale della creazione, uomo e donna compresi. Dice Newman: “l'apprensione reale (basata sulle cose, sulle immagini) è più forte di quella nozionale; l'immagine che deriva dall'esperienza o dall'informazione è più forte di un'idea, di un'astrazione, infatti è proprio della natura umana essere colpita più dal concreto che dall'astratto. Condizione normale dell'assenso è quella di apprendere le proposizioni in quanto cose, mentre condizione normale dell'inferenza è quella di apprendere le proposizioni in quanto nozioni. L'atto di assenso è il più alto e perfetto del suo genere quando si esercita su proposizioni che vengono apprese come esperienze ed immagini, cioè a dire quando rappresentano cose, mentre l'atto di inferenza[2] è il più perfetto del suo genere quando si esercita su proposizioni che vengono apprese come nozioni, cioè a dire quando sono creazioni della mente”. Seguendo Newman, l’atto di assenso esercitato sulla proposizione “la nuvola è un’immagine della Semeiotica Biofisica Quantistica” è un assenso reale perché è appreso come esperienza ed immagine, su un’affermazione che rappresenta una cosa, nella fattispecie la nuvola che rappresenta il cuore della SBQ. “Negli assensi reali la mente è diretta sulle cose, rappresentate dalle impressioni che esse hanno lasciato sull'immaginazione. Queste immagini, una volta che si dia loro l'assenso, hanno un'influenza sia sull'individuo sia sulla società, un'influenza che le mere nozioni non possono esercitare”. Attenzione però! Prosegue infatti Newman: “il fatto che le immagini che si richiedono perché vi sia un assenso reale sono chiare e distinte non garantisce affatto che quegli oggetti che quelle immagini rappresentano esistano per davvero. E' sempre possibile che una data proposizione, anche se appresa col massimo della chiarezza, sia falsa[3]”. Se la nuvola è immagine della presenza di Dio, essa stessa dovrebbe poter essere associata ad ogni ambito della natura, ed in modo particolare all’uomo, essendo egli fatto a somiglianza di Dio. Per verificare quest’ipotesi, proviamo a guardare questa nuvola un po’ più da vicino. Com’è fatta? Qual è la sua struttura? Quali sono le sue dinamiche? A queste domande cercava di rispondere qualche decennio fa il matematico e fisico statunitense Mitchell Feigenbaum, mentre elucubrava sulle nubi osservandole dai finestrini dell’aereo o nel corso delle sue camminate sulle colline che dominavano il laboratorio dove lavorava. Scrive James Gleick[4]: “le nubi rappresentavano un aspetto della natura che i fisici avevano trascurato, un aspetto che era a un tempo vago e dettagliato, strutturato ed imprevedibile. Capire le nubi era un problema lasciato ai meteorologi, ma negli anni settanta del secolo scorso, alcuni scienziati, negli Stati Uniti ed in Europa, cominciarono a trovare una via per orientarsi nell’apparente disordine presente nell’atmosfera, nel mare turbolento, nelle fluttuazioni delle popolazioni di animali e piante allo stato di natura, nelle oscillazioni del cuore e del cervello, cominciando a svelare i segreti dell’aspetto irregolare della natura, il suo lato discontinuo ed incostante, che per la scienza sono sempre stati dei veri rompicapo. Matematici, fisici, biologi, chimici cominciarono a cercare connessioni fra diversi tipi di irregolarità. Ad esempio, i fisiologi trovarono un ordine sorprendente nel caos che si sviluppa nel cuore umano, la causa prima della morte improvvisa ed inspiegata. Le nozioni che ne emersero condussero direttamente nel mondo naturale: la forma delle nubi, la traiettoria del fulmine, l’intreccio microscopico di vasi sanguigni, gli ammassi galattici delle stelle. Era l’alba delle scoperte sul caos deterministico. Questa nuova scienza generò un proprio vocabolario, un elegante linguaggio tecnico di frattali e biforcazioni, intermittenza e periodicità, attratttori[5] strani e diffeomorfismi piegati. Quando la scienza cominciò a cercarlo, lo trovò presente dappertutto. In qualsiasi campo lo si trovava, il suo comportamento obbediva sempre alle stesse nuove leggi appena scoperte. Questa presa di coscienza fu importante perché rappresentò un mutamento epocale, paradigmatico: il caos valica la linea di demarcazione fra le varie discipline scientifiche. E’ una scienza che concerne la natura globale dei sistemi, raccogliendo così pensatori di campi in precedenza alquanto distanti tra loro: un processo di crescente specializzazione improvvisamente si rovesciò in conseguenza della scoperta del caos deterministico in qualsiasi scienza ed ovunque in natura, sia dal punto di vista funzionale (ad esempio, i fisiologi cominciarono a guardare gli organi non come strutture statiche, ma come complessi di oscillazioni, alcune regolari, altre irregolari; i biologi molecolari iniziarono a vedere nelle proteine dei sistemi in movimento) che strutturale (ad esempio, la fisica del comportamento dei terremoti è per lo più indipendente dalla scala, così come le nubi presentano la proprietà dell’invarianza di scala; la loro irregolarità caratteristica, descrivibile nei termini della dimensione frattale, non muta cioè quando vengono osservate a scale diverse) con la scoperta delle geometrie frattali[6]”. Sappiamo dalla Semeiotica Biofisica Quantistica, ed in particolare dalla microangiologia clinica, che riguardo alla microcircolazione, si parla di Unità Micro Vascolo Tessutale, che vale sia dal punto di vista funzionale (dinamiche non lineari fisiologicamente di tipo caotico deterministico) che strutturale (struttura frattalica della rete dei microvasi), essendo struttura e funzione due facce della stessa medaglia. Altri esempi di strutture frattaliche ci sono nella ramificazione dei bronchi, nell’apparato di raccolta dell’urina, nel dotto biliare del fegato e nella rete di fibre speciali nel cuore (rete di Purkinije) che trasportano impulsi di corrente elettrica ai muscoli in contrazione. Mandelbrot, lo scopritore dei frattali, passava con grande senso pratico dagli alberi polmonari e vascolari ai veri alberi botanici. I biologi teorici cominciarono a speculare sul fatto che l’invarianza di scala frattale non era solo comune ma universale nella morfogenesi. Fatto sta che la struttura frattale è fisiologica in diversi sistemi del corpo umano, e quand’essi, vanno perdendo, per così dire questa caratteristica (diminuzione della dimensione frattale), ciò significa che si stanno creando elementi e situazioni di rigidità, e parallelamente perdite di elasticità, flessibilità, adattatività, versatilità, apprendimento: tale sistema, e di conseguenza il corpo intero, comincia ad avere a che fare con rigidità e perdite di efficienza nel suo funzionamento[7]. La frattalità, scoperta esplicitamente negli anni ottanta da Benoit Mandelbrot, è una dimensione non Euclidea, non intera (perciò il termine “fracto”, “fractalis”) una peculiarità tipica degli attrattori caotici, quand’anche strani, così chiamati da David Ruelle e Florin Takens, per descrivere l’attrattore che risulta dalla serie di biforcazioni[8] di un sistema che descrive il flusso di un liquido. E’ chiaro che le nuvole che contemplava Mitchell Feigenbaum sono un esempio che offre la natura di attrattore strano con struttura frattale. Egli è colui che ha scoperto, nel 1975, il marchio del caos, l’ordine nell’apparente disordine, una regolarità matematica, una costante universale[9], che si ripete in ogni sistema caotico – frattale con le medesime caratteristiche. Ad esempio la costante di Feigenbaum è stata misurata nelle biforcazioni dei circuiti elettrici[10], nei raddoppiamenti di periodo del nervo sciatico dei ratti[11] e specialmente nella microangiologia clinica[12], branca della Semeiotica Biofisica Quantistica che studia le dinamiche microcircolatorie del corpo umano. Scrive il dottor Stagnaro: ‘Nel Corpo Umano ed Animale c'è Caos Deterministico, che non è "disordine", ma un ordine di tipo superiore in fisiologia. Solo nella patologia subentra un ordine inferiore: la misura del primo ordine è legata all'Attrattore Strano, mentre la misura del secondo corrisponde all'Attrattore a Punto Fisso. Ecco la mia definizione della Vita (Introduzione alla Semeiotica Biofisica. Il Terreno Oncologico): La Vita è una parabola che inizia con l'Attrattore Strano e finisce nell'Attrattore a Punto Fisso, passando per l'Attrattore a Ciclo Limite.’ Scegliendo l’attrattore strano come immagine geometrica del cuore della Semeiotica Biofisica Quantistica, che è la microangiologia clinica, tra le righe egli ci legittima e suggerisce di prendere, ad esempio, la nuvola come sua contro-immagine reale, che è presente ovunque in natura. Ciò è d’aiuto specie per chi non ha dimestichezza con le scienze matematiche, è un’immagine facile da imprimere nella mente da parte anche di un bambino ogni volta che solleva lo sguardo verso il cielo. Riepilogando, la nuvola, scelta come icona della Semeiotica Biofisica Quantistica, è un esempio di attrattore caotico, il quale ha struttura frattalica ed è presente ovunque in natura. Questo riscontro nella realtà naturale intensifica l’assenso reale fondato su tale immagine, ma non lo crea. Dice infatti Newman: “Normalmente, salvo eccezioni, la costituzione normale della mente e l'effetto naturale e giusto che hanno su di noi gli atti di immaginazione non è quello di creare l'assenso, ma di intensificarlo. L'assenso, per quanto sia forte e per quanto siano vivide le immagini a cui è legato, non è necessariamente pratico. Gli assensi reali (talvolta chiamati credenze, convinzioni, atti dell'essere certi) vengono dati ad oggetti morali, sono tanto rari quanto potenti. E fino a quando non abbiamo questi assensi reali possiamo certamente avere una piena apprensione e un assenso nel campo delle nozioni, ma non disponiamo di un sicuro ancoraggio intellettuale, e siamo alla mercé di impulsi, di fantasie, di sprazzi di luce incerti e vaghi”. “Queste credenze[13], vere o false che siano, danno una forma alla mente dalla quale fuoriescono[14] conferendole una serietà e un vigore che invita le altre menti a fidarsi di ciò che essa pensa, ed è uno dei segreti della capacità di persuadere e di influenzare che vediamo all'opera sul grande palcoscenico del mondo. Esse creano, a seconda del caso, gli eroi e i santi, i grandi condottieri, gli statisti, i predicatori, i riformatori, i pionieri delle scoperte in campo scientifico, ecc.” Sergio Stagnaro, fondatore della Semeiotica Biofisica Quantistica, è certamente uno di questi pionieri delle scoperte in campo scientifico, un precursore, che personifica e conserva queste caratteristiche di serietà, rigore intellettuale, vigore e capacità di persuadere ed influenzare tutti coloro che lo seguono. E’ tutto questo sufficiente per dare il nostro atto di assenso reale incondizionato alla SBQ, e l’esser certi che ne consegue? E’ la sua opera tale da esserne certi incondizionatamente? Posso pronunciare il mio sì incondizionato, tanto da affermare con sicurezza che la Semeiotica Biofisica Quantistica è una certezza? Sì e No, entrambe le risposte sono valide. Lo scienziato ligure, ad esempio, non ha dato un sì incondizionato ma ha seguito solitariamente e silenziosamente il metodo inferenziale, ipotetico-deduttivo galileiano, raccogliendo ed incrociando dati reali, oggettivi, al letto del paziente per ben 20 anni, dal 1956 al 1976 prima di dare il proprio assenso reale, incondizionato, mostrato con la decisione di pubblicare il suo primo articolo. Si tratta di un percorso inferenziale lungo, paziente, meticoloso, laborioso, che ha portato dall’inferenza all’assenso reale. Il Sì incondizionato, tout court, senza alcuna inferenza previa o ragionamento seguendo gli strumenti della logica, che proviene dall’esperienza, da quel dono del senso illativo[15], come lo chiama Newman, è possibile, ma alquanto raro, eppure questo giudizio crea uno stato della mente, un esser certi che dà un senso di pace, piacevole tranquillità, serenità, un riposarsi della mente per cui non c’è bisogno di cercare altro, di cercare chissà quali altre conferme. Questa capacità oracolare permette a cert’uni di esplicare in toto, nel tempo di un battito di ciglia, “l’atto di assenso reale, che è il più alto e perfetto del suo genere, quando si esercita su proposizioni che vengono apprese come esperienze e immagini, cioè, a dire quando rappresentano cose”. Altri invece devono dedicarci molto più tempo e passare per l’inferenza. L’assenso è non-condizionato, è apprensivo[16]: c’è una previa inferenza[17] a favore della proposizione e apprensione dei termini che la compongono. Il Cardinal Newman distingue l’assenso semplice, ovvero inconsapevole, meccanico, senza consapevolezza, dall’assenso complesso che è un atto compiuto con piena consapevolezza e deliberazione (atto di assenso complesso o riflesso). La mera immagine della nuvola, corroborata sulla base delle evidenze fornite dalle antiche scritture e dai moderni riscontri del caos deterministico in ogni ambito della natura e della scienza, può esser sufficiente a spiegare l’esser certi[18] tout court della Semeiotica Biofisica Quantistica, da parte di qualcuno, senza passare per l’inferenza, basandosi soltanto sull’esperienza e conoscenza pregressa. Quest’approccio di guardare sia ai sacri testi che al mondo naturale è in linea con quanto esprime il Cardinal Newman che a questo proposito scrive: “le verità iniziali della conoscenza divina dovremmo vederle in parallelo con le verità iniziali della conoscenza secolare”. C’è dell’altro però da aggiungere per dare alla SBQ un più profondo significato, per contestualizzarla in una visione più ampia. Scrive ancora John Henry Newman nella “Grammatica dell’Assenso[19]: "senza principi primi non ci sono condizioni di sorta; la probabilità presuppone e richiede che ci siano verità certe". “I principi primi vengono prima delle probabilità”: che cosa significa? La meccanica quantistica basata esclusivamente sulle probabilità non è errata, però è incompleta, usando le parole di Einstein; essa vale fino ad un certo punto, e per certi ambiti, ma lascia in piedi delle questioni irrisolte. Essa va completata con ciò che viene prima, con i principi primi, con ciò che la rende esplicita, esplicata - per usare la terminologia di ordine implicato, nascosto che sottende l’ordine esplicato, teorizzato da David Bohm[20] ed evidenziato molto frequentemente con la Semeiotica Biofisica Quantistica. Essa va completata con ciò che viene prima di quello che finora si è riusciti ad osservare, ossia ciò che causa quelle nuvole[21] sub-atomiche di (apparente) probabilità: i principi primi, le leggi spesso ignote che causano tutto questo. Gerard t’ Hooft[22], premio Nobel 1999 per la fisica, anch’egli fautore come Albert Einstein e David Bohm della teoria delle “variabili nascoste” in contrapposizione all’impostazione dominante di stampo probabilistico sulla meccanica quantistica, prendendo spunto da alcuni comportamenti caotico deterministici, tipici dei sistemi dinamici dissipativi lontani dall’equilibrio, nel mondo delle particelle sub-atomiche, studia la gravità quantistica come un sistema deterministico dissipativo. Il dottor Stagnaro vede questo, praticamente, nel microcircolo usando un comune fonendoscopio. Occorre ricordare che il professor Claudio Allegra nel libro di Franco Pratesi sulla microangiologia[23] classica faceva notare che le dinamiche microcircolatorie, ardue da studiare, di cui si sapeva all’epoca ben poco, sono di natura stocastica. Stocastica significa probabilistica, casuale, al pari della meccanica quantistica probabilistica di Bohr. Il pioniere di Riva Trigoso riesce ad esplorare questo micromondo, ai più sconosciuto, del corpo umano, ‘bed-side’, creando la microangiologia clinica[24], ed osserva che fisiologicamente, nel sano, le oscillazioni microvasali sono invece di tipo caotico-deterministico, un ordine superiore, che perde di complessità, passando ad equilibri via via più semplici, banali e prevedibili (es. periodici, di punto fisso), nel progressivo evolversi della patologia, nei suoi vari stadi, da quelli pre-clinici (quando essa è ancora potenziale, es. Costituzioni e Reali Rischi Congeniti SBQ) a quelli clinici (patologia silente, asintomatica, in fase iniziale, in lenta evoluzione, ecc.). Per queste ragioni, l’insorgenza di gravi malattie come ogni forma di cancro solido o liquido, l’infarto miocardico acuto, il diabete mellito tipo 2, non è un fenomeno aleatorio, imprevedibile, improvviso, come accadesse dal nulla, bensì è preceduta da numerosi segni biofisici, biochimici, bio-quantici, che una volta identificati e diagnosticati in maniera predittiva, permettono delle efficaci azioni preventive, ad esempio, di prevenzione primaria e pre-primaria (quest’ultima da adottare prima del concepimento dei propri figli, per evitare di trasmettere loro geneticamente un DNA mitocondriale alterato): non è proprio il caso perciò, parafrasando quanto detto dal padre della teoria della relatività, di giocare a dadi con la propria salute. Riassumendo, l’immagine della nuvola, cuore della SBQ, è escatologica: la troviamo nelle sacre scritture, è legata al caos deterministico, alla natura, alla scienza, all’arte medica, al meraviglioso ordine complesso delle parti e del tutto. Essa consente di sciogliere diversi nodi, come la dicotomia tra probabilismo e determinismo, causalità e casualità, probabilità e certezze, prevedibilità ed imprevedibilità, certezze ed incertezze, ordine e disordine. La nube ha un’altra interessante peculiarità, essa ha geometria frattalica, le cui proprietà di invarianza di scala ed autosomiglianza, sono tipiche di un’altra immagine, l’ologramma, usata sovente da alcuni pionieri della scienza, come David Bohm e Karl Priebram nella loro visione olografica del mondo e dell’universo, secondo la quale ogni parte della realtà contiene informazione su ogni altra parte all’interno di essa, in maniera tale che ogni regione di spazio e di tempo contiene al suo interno l’intera struttura-informazione dell’universo. Il tutto è contenuto in ogni sua parte. Questo insight, questo salto paradigmatico, ha portato alla creazione di nuovo linguaggio con termini quali realtà non-locale (che si distingue da quella locale nello spazio-tempo comunemente inteso), ‘entanglement’ o intreccio informativo simultaneo e sincronico tra particelle sub-atomiche indipendentemente dalla loro distanza che può essere anche di milioni di chilometri (fenomeno ora documentato nella fotosintesi delle piante e che si può osservare, mediante la SBQ, anche nei sistemi biologici), ordine implicato sotteso all’ordine esplicato della realtà fenomenica comunemente intesa, olomovimento[25]. Ciascuno di questi nuovi concetti meriterebbe un’approfondita discussione, ma per ora basta ricordare alcune loro caratteristiche, che in linea con l’impostazione di Newman, vanno a far parte dei principi primi, delle basi epistemologiche di questa nuova visione della realtà fenomenica: l’unità, l’unicità, la complessità (o meglio, ordine complesso) e l’unitarietà di tutto ciò che ci circonda, le leggi comuni che sovrintendono la creazione e ciascuna sua infinitesima parte, il minimo dettaglio che ci dà informazione su tutto l’universo. E’ facile perdersi con codesta sovrabbondanza, perciò in questo cammino, in questa navigazione, è fondamentale avere dei principi primi, delle solide fondamenta su cui poggiare i propri piedi e non perdere di vista la rotta, la retta via, le domande fondamentali dell’esistenza: da dove veniamo e dove stiamo andando? Pensare che il mondo sia frutto del caso e della probabilità, che veniamo dal nulla ed andiamo verso il nulla è alquanto discutibile, perciò David Bohm fu soddisfatto delle nuove scoperte provenienti dagli studi sul caos deterministico, così dicendo: “Con l’emergere della teoria del caos, è diventato chiaro che è possibile andare verso nuove direzioni, e trattare le leggi statistiche e probabilistiche come emergenti da leggi causali”. E’ chiara l’analogia con Newman: “la probabilità presuppone e richiede che ci siano verità certe, dei principi primi”. La nuvola – attrattore caotico, benché abbia le caratteristiche intrinseche dell’imprevedibilità e dell’incertezza e si possa studiare solo con strumenti statistico-probabilistici (come le onde-particelle della fisica sub-atomica), ha presupposti e principi primi ben definiti, si crea secondo precise leggi causali che suscitano traiettorie ed orbite reali infinite racchiuse in uno spazio finito: essa non sorge dal nulla[26]! Newman ci ricorda però che l’inferenza, ed in particolare il ragionamento logico non ci porta molto lontano nell’arrivare a delle conclusioni e a delle certezze sulla realtà, ci vuole dell’altro. Per conoscere e comprendere la realtà complessa non-lineare delle cose, necessitiamo di un qualcosa di altrettanto superiore e complesso, non è sufficiente il pensiero umano logico lineare. Ci vuole un Pensiero Superiore, giocoforza non-lineare, non – locale, simultaneo, sincronico, che non si perde sprecando energia nei ragionamenti (tipici di una realtà locale) nello spazio-tempo passando da un’idea all’altra, da un’astrazione all’altra. L’inferenza va bene per le cose astratte, per le cose reali ci vuole l’assenso incondizionato, assoluto, deliberato, consapevole, un assenso complesso, e anche qualcosa di più che porti a quell’esser certi indefettibile, che non viene mai meno, anche in presenza di situazioni sfavorevoli. Newman chiede solo che gli si conceda una cosa, ossia l’accettazione dell’esistenza della coscienza, che è propria di ciascun individuo. Egli definisce la retta coscienza come Legge dello Spirito; quella Voce sottile, quella stessa che proviene dalla nuvola delle Sacre Scritture, si manifesta alla nostra coscienza sussurrando all’anima i giusti e retti consigli, le visioni, gli insight, ciò che è bene, buono e giusto. |
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